Alla vigilia Napoli-Palermo era vista come lo scontro tra le due regine del sud, il derby delle due Sicilie, il derby dello spettacolo.
Certo, tutti ci saremmo immaginati un risultato tennistico come 4-3, 3-2, insomma una partita spettacolare a suon di gol, ma questo 1-0 con gol all'ultimo secondo di gioco basta a descrivere una delle partite più belle di questo campionato. Non tanto per il risultato, ma per l'intensità del gioco e per le tante occasioni da rete.
A dire il vero tutti ci saremmo aspettati il Palermo visto finora, la squadra più in forma del campionato, con Pastore trascinatore di un gruppo di talenti che segna e che fa gola a club ricconi. I tifosi palermitani e non che speravano in una partita del genere si sono illusi da subito. La partita l'ha fatta il Napoli, con l'appiglio della grande squadra, ed è giusto che l'abbia spuntata alla fine.
Il Palermo non è mai entrato in partita e dopo un pò ci è parso chiaro che un pareggio lo avrebbe fatto più che contento, vista la sofferenza della squadra rosanero durante le incursioni dei napoletani, con un Cavani in gran spolvero nella sua prima partita dell'ex, con un Lavezzi un pò fuori forma ma che, come Marek Hamsik, era desideroso di far bene.
Con le parate di Sirigu il Palermo credeva di averla scampata, ma mentre stava finendo anche il quarto minuto di recupero, con i tifosi del Napoli ormai rassegnati e quelli della Juve che già pregustavano il terzo posto solitario, eccolo là, il gol beffardo, come quello del Pocho a Cagliari, ma stavolta molto più decisivo e simbolo della caparbietà napoletana. Un gol firmato Cristian Maggio, con la complicità di una retroguardia rosanero colpevole di aver lasciato il Matador davanti al portiere, e di un pò di fortuna perchè Cavani sembrava volerla buttare dentro con l'interno destro, ma la sua ciabattata ha spianato a Maggio la strada del gol che ha fatto saltare il San Paolo.
Ma quali sono le ragioni di una partita così a senso unico? Sicuramente un Pastore bloccato, forse dalla pressione di dover fare sempre bene, soprattutto in una partita come quella di ieri sera al San Paolo. Sul talento argentino infatti Mazzarri ha studiato un piano di difesa che non gli ha consentito la partenza in velocità e un continui raddoppiamenti in aiuto a Pazienza. E quando allora anche Ilicic viene stretto dalla morsa dei difensori napoletani ecco che si intravede solo qualche contropiede di Miccoli e qualche tiro dalla distanza. Con un De Sanctis così poco impegnato il Napoli prende coraggio e tiene sempre in mano il pallino del gioco, con Gargano, Pazienza e Maggio che spingono con continuità in appoggio al tridente Hamsik-Cavani-Lavezzi.
Il duro sforzo della squadra partenopea, unica squadra (ahimé, ahinoi) ancora in lotta per l'Europa, alla fine viene premiato con il gol vittoria di Maggio. Quasi a dire "A Maronn è de legg".
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